lunedì 22 novembre 2010

Alius carmen - Job 13.11-16

Non vi spaventa la sua maestà,
non vi assale il suo terrore?
Sofismi di cenere sono i vostri moniti,
strumenti d'argilla sono le vostre repliche.
Tacete, lasciatemi solo, voglio parlare io,
mi accada quel che accada.
Afferrerò la mia carne coi denti
terrò tra le mani la mia vita.
Mi ammazzi pure, non l'aspetterò in silenzio,
ma difenderò in faccia a lui la mia condotta
e questa sarebbe già la mia salvezza
perchè un ipocrita non può comparire davanti a lui.

domenica 7 novembre 2010

Meditatio de Autumno IV - Topoi


Alcuni argomenti di discussione sono veramente pruriginosi. Insomma, non pretendo di parlare di stemmata codicum o di scritture onciali o di poeti polacchi morti suicidi a vent’anni o di film muti o di camice o di gruppi sperimentali di provincia o di fumetti o di evoluzionismo o di metafisiche improvvisate o di epistemologia. Ma, quantomeno, qualora non si avesse l’adeguato bagaglio enciclopedico per portare avanti discussioni del genere – e non è affatto obbligatorio, per carità! – si parli di calcio o di figa o di film trash, per favore.
La mia idiosincrasia nei confronti dei filosofi, per esempio, mi porta spesso a rifuggire questioni sull’argomento, almeno in certi termini. No, quelli lì non la troveranno la verità e sebbene cerchino in ogni modo di pararsi il culo con sub-teorie che facciano da scudo a possibili repliche o con tesi-non tesi che lasciano l’ambiguo in bocca, il loro cristallino, monumentale ma fatiscente edificio razionalistico è sempre, almeno da un piccolo spiraglio, attaccabile. E non c’è niente di peggio di chi si improvvisa filosofo! Quantomeno i filosofi famosi lo facevano con stile.
La morale poi. Oh, la morale spicciola, che gustoso tema di discussione, quasi divertente. Belli soprattutto concetti quali “coerenza” e “ipocrisia”, che si contendono il secondo posto subito dietro l’ormai mitico “mettersi in discussione” e appena avanti a “dovere civico”. Tanto valeva tenersi le tavole della legge, almeno all’orecchio suonano bene.
Ma su tutto, l’intramontabile topos dell’“eh, ma sai com’è, al giorno d’oggi…” Vi spiego come funziona. Prendete la frase appena citata fra virgolette e aggiungete subito dopo un aspetto qualsiasi della vita, della cultura, della politica, della società, denigrandolo e rimembrando di rimando (mi stringerei la mano per l’abilità retorica) i fasti nostalgici e un po’ fascisti del passato. Non ci sono più i gruppi noise di una volta. I giovani di oggi non leggono. Eh, ma Berlinguer sì che era un vero politico. Certo che oggi che se non la dai in giro… Un tempo valevano le competenze. I fanciulli di oggi si drogano e poi vanno in discoteca e poi muoiono in macchina. Qualche esempio da repertorio, nulla più. È inutile sottolineare che si tratta di topos vero e proprio e non di clichè: dalla notte dei tempi si parla di “età dell’oro”, di “fasti dell’antica Roma”, di “primavera dell’umanità”, di “aurea classicità” e così di scorrendo. Eh, è proprio vero, una volta sapevano dare nomi più belli a questa cosa, altro che oggi…!
E ciò che vale sul piano diacronico, vale anche su quello diatopico. Paragonare l’Italia a qualsiasi altro angolo del mondo sottolineando come la prima faccia schifo, penso stia diventando uno sport riconosciuto e regolamentato.
Insomma, se volete parlare di cazzate, fate come me, apritevi un blog, così nessuno sarà obbligato ad ascoltarvi e lo farà solo se lo vorrà. Oppure parlate di tette, culi, coppa Italia e Lino Banfi. Che, ripeto, almeno sono argomenti ancora vasti, sterminati e riguardo cui ognuno può dire la sua.

Si, se vi state chiedendo perchè ci sia la Grammatica come immagine del post... Boh, è un po' che volevo utilizzarla, ma i neuroni per i discorsi intelligenti li ho lasciati tutti per gli esami che devo dare, quindi la uso per una stronzata. Che possa perdonarmi.