mercoledì 21 marzo 2012

Referens Ver I - "Poesia, Pippo Franco, Iperborei"



Sapete, noi persone famose che abbiamo scritto un libro, abbiamo una vita difficile. Frotte di fan che ti chiedono l’autografo, ragazzine che vogliono fare una foto con te per farsi belle davanti alle loro amiche su facebook, Barbara D’Urso che continua a romperti per fare l’intervista a “Pomeriggio cinque” (quasi mi vergogno di conoscerne il nome), insomma, non ce la si passa tranquillamente. Noi famosi, noi tipo Fabio Volo, Alessandro Baricco e Pippo Franco (si, Pippo Franco ha scritto libri. Sarebbe il caso di fare una breve digressione a riguardo. Ecco l’elenco dei libri del Maestro con relative indicazioni bibliografiche:
- P. Franco, Pensieri per vivere. Itinerario di evoluzione interiore, Edizioni Mediterranee, 2001.
Ibs descrive così il libello: “Noto al vasto pubblico per la sua famosa e lunga carriera di attore, Pippo Franco propone il frutto dei propri studi e interessi in campo spirituale ed esoterico che ormai da moltissimi anni coltiva. «L'itinerario di evoluzione interiore è dedicato a chi avverte il disagio di vivere, lieve o grave, a chi vuole stabilire un contatto con la parte più profonda di se stesso, a chi si identifica con l'aiuto che può dare a coloro i quali soffrono i mali dell'animo. Chi vive in una condizione di sofferenza interiore si trova in prigione e, se ha buon senso, no n può che desiderare di evadere. Ma un uomo solo non può niente senza l'aiuto di coloro che sono già fuggiti. Soltanto essi possono sapere come l'evasione è possibile e dare ai prigionieri tutto l'aiuto necessario. Ma per essere liberi occorre, prima di tutto, rendersi conto di trovarsi in prigione».Un libro da portare sempre con noi o da tenere sul comodino, che ci invita a percepire la nostra esistenza con occhi diversi, con spirito costruttivo, e a riordinare le esperienze liete o tristi che ci accadono come tasselli di un magnifico mosaico, tappe di un preciso percorso evolutivo”.
- A. Di Stefano, P. Franco, Non prenda niente tre volte al giorno. Il lato comico dell’esperienza umana, Mondadori 2003.
L’amato, sibillino, Ibs, glossa laconicamente così – ma la materia lo impone, paulo minora canamus:Non solo l'incredibile esiste, ma fa ridere. Antonio Di Stefano e Pippo Franco hanno rintracciato, raccolto e ritagliato una passerella di umorismo involontario. E' bastato sfogliare i giornali ("Ventimila invalidi in corsa per un posto di lavoro"), imbattersi in cartelli di negozi ("Ferramenta: qui chiavi senza posa"), leggere le avvertenze dei prodotti ("Nytol, efficace contro l'insonnia. Avvertenza: può causare sonnolenza") o scrutare le lapidi del cimitero ("Qui riposa Onorio, uomo pieno di vita)”.
- A. Di Stefano, P. Franco, Qui chiavi subito. Insegne, annunci, cognomi e strafalcioni tutti da ridere, Mondadori 2006.
Ibs, che ormai abbiamo capito, è più interessato al lato esoterico del Maestro, non si dilunga: “Antonio Di Stefano, autore di spettacoli di cabaret e di testi umoristici, e Pippo Franco, attore e cabarettista, hanno setacciato l'Italia in lungo e in largo, dalle cronache locali ai muri dei bagni, dai referti medici alle etichette dei prodotti, per mettere insieme un nuovo stupidario. Saccenti scivolati su bucce di sintassi, strafalcioni stampati a lettere cubitali dimostrano infatti che la realtà fa spesso ridere, anche senza volerlo”.
- A. Di Stefano, P. Franco, L’occasione fa l’uomo ragno. Strafalcioni, cartelli, scritte sui muri e altri capolavori di umorismo involontario, Mondadori 2007.
Ibs torna loquace: “Se un anonimo genio dell'umorismo aggiunge alla scritta "Dio c'è" la frase "...o ce fa?", trasformando una dichiarazione di fede in una battuta fulminante, se sui giornali di annunci economici c'è gente che vuole acquistare "Fucile da caccia per uso familiare" o che vuole vendere "Bellissimo ciondolo che apparteneva al defunto mio suocero", non c'è da stupirsi: la realtà è piena di imprese e affermazioni strampalate che fanno sbellicare dal ridere. L'umorismo si annida nei luoghi più inaspettati. Lo si può incontrare sul muro di un bagno ("Ho voglia di fare niente e voglio farlo qua"), nelle parole di un professore ("Leggi forte ma piano"), nei cartelli promozionali dei negozi ("Con 5 euro chiavi a domicilio") o sull'imballo di una cassaforte ("Fragile"). Ma nessun problema: ovunque ci sia da ridere arriva la più efficiente coppia di autori di stupidari, Pippo Franco e Antonio Di Stefano. Ancora una volta i due hanno setacciato l'Italia in lungo e in largo, collezionando titoli di giornali, annunci di vario genere, strafalcioni di medici, pazienti e farmacisti, papere quotidiane di gente comune, lapsus di professori, il lato comico dei cognomi e i necrologi capaci di strappare un sorriso”.
Ok, potete tornare alla storiella. Adesso ci credete davvero, eh, che il Maestro è anche un eccelso dictator, filosofo dello spirito ma anche erudito ricercatore e arguto archivista, quasi archeologo dell’inutile?) non ce la passiamo così bene come voi credete. Dobbiamo rivoluzionare l’immaginario collettivo, eccheccacchio, mica noccioline! Voi, plebaglia incolta, mica potete capire. E io che perdo tempo con voi…! E c’è gente che dice che mi sono montato la testa. Dio buono, chi non lo farebbe dopo ben nove copie vendute…!? A proposito, giovini, il buon Massimo Caccia, che seguo da tempo sul suo blog, L’infinito essere, ha avuto davvero il coraggio di leggere il mio libro e ne ha anche parlato qui! Lo ringrazio per le belle parole – e anche solo per il coraggio di aver letto il disgustoso manufatto cartaceo. Dateci un’occhiata, c’è anche qualche verso (qualcuno li richiese)! Lui, peraltro, è un ottimo poeta, ergo, vulgo incivile, andate e leggete!
Insomma, tutto questo per dire che non è che ho tempo di scrivere anche qui, che vi credete…! Poi con ‘sta storia delle rubriche sulle stagioni, ogni volta è un casino stare dietro alla faccenda. Cioè, dice l’onnisciente Wikipedia che quest’anno l’equinozio di primavera è tipo… oggi (che poi è ieri, perché or ora leggo che sono le 23.58, quindi quando avrò finito questo guazzabuglio di genialità sarà già domani [anche io mi sono perso, tranquilli])!
Ergo tanti auguri!
Noi iperborei che amiamo il paganesimo in tutte le sue forme (ma tutto sommato anche le eresie monoteistiche [ma anche le ortodossie ché suvvia, volemose bene]) festeggiamo alla stragrande, oggi! Tanto per dire, rifacendoci ancora una volta a Santa Wikipedia martire, oggi:
- per gli egiziani è Sham El Nessim;
- per i persiani è capodanno, dato che il leggendario re Jamshid ascese al trono proprio in questa data;
- gli zoroastrini (che se mai un giorno citofonassero alla porta per lasciarmi un volantino, sarebbero accolti con sommi onori e sentiti olocausti) e i seguaci della Fede Bahà’ì festeggiano allegramente non ho capito per quale motivo;
- i celeberrimi musulmani Ismaili Nizari, che tutti noi conosciamo e amiamo, non si tirano indietro e ci danno dentro;
- c’è il Sabbat Wiccan di Ostara (roba da hippy, suppongo);
- per i giapponesi è lo Shunbun no hi, dove ci si ritrova con gioia sulle tombe dei propri defunti;
- tamil e bengali festeggiano il capodanno secondo lo zodiaco Hindu.
Per non parlare di feste quali “il Giorno del Pianeta Terra” e “la Giornata mondiale della Narrazione” (esistono, giuro!), o del calendario cristiano, dove c’è tutta la faccenda del calcolo dei giorni pasquali – bei tempi, quando i monaci irlandesi si davano preciprocamente sonore vangate sul capo (tonso) per decidere quando cadessero! Oggi a malapena me ne accorgo perché il Carrefour inizia a riempire di ipertrofiche uova marroni i propri scaffali – peraltro senza dimenticare che il 25 marzo sarà il giorno dell’Incarnazione di Cristo, che era tipo il capodanno medievale, dove immagino vescovi, barbari, scudieri e monacelli che contano minus tres, minus duo, minus unus e bevono cervogia frizzante ma, ovviamente, non sparano fuochi d’artificio perché non esistevano.
Alla faccia di chi dice che “l’Epifania tutte le feste si porta via”!
Bene, adesso, cari laboratores, dopo questa parentesi di divertimento, tornate a zappare la terra per mantenere noi intellettuali, forza! E guai a chi invoca l’articolo 18!