Ok, va bene, diciamolo, mi manca un pochino Milano. Infatti
domani ci tornerò e dormirò sotto vari cavalcavia della circonvallazione
finquando non mi daranno una maledetta stanza; costi quel che costi, mi
incatenerò davanti al C.i.di.s. e vedremo chi l’avrà vinta, marrani.
È che ‘sta storia della vita tranquilla in provincia non mi
ha mai convinto, e ormai sono mesi che stagiono lungi da ogni agglomerato di vita interessante.
Tornare nei posti dove si usciva da ragazzino, a parte un
certo effetto Amarcord/si-stava-meglio-quando-si-stava-peggio/non-ho-l’età, è quasi angosciante. Poi i locali nuovi, adatti al mio nuovo
status di venticinquenne, sono i soliti posti da coppiette attempate di provincia;
non so perché, mi vengono in mente "i Cesaroni" o "un Medico in Famiglia",
insomma, quelle serie dove i giovani per divertirsi vanno a bersi una spuma al
bar del quartiere oppure portano la fidanzata a mangiare in ristoranti con la
tovaglia bianca dove si mangiano solo pizze e risotti, o ancora provano la marjuana in improbabili discoteche techno-punk popolate da dodicenni eroinomani.
Devo dire, qui in zona ci si salva per le enoteche e le
birrerie artigianali, ma sono a chilometri di distanza e se devo prendere la macchina
non posso bere e se devo bere non posso prendere la macchina, eccheccachio.
Mh, è vero, è un post un po’ abborracciato, tanto per fare il lagnoso – che mi piace tanto. Per farmi perdonare eccovi ‘sta bella canzone che ben si attaglia al tema dell'oppressione provinciale.
Mh, è vero, è un post un po’ abborracciato, tanto per fare il lagnoso – che mi piace tanto. Per farmi perdonare eccovi ‘sta bella canzone che ben si attaglia al tema dell'oppressione provinciale.
In realtà anche questa qui potrebbe andare:
Ok, passati in rassegna i gruppi alternativi di provincia, abbiamo toccato il fondo. Ho proprio bisogno di metropolitane e di Negroni. Ora.