sabato 23 novembre 2013

Trash, narcisismo e Torino Film Festival

Il vostro amichetto medievista che scrive libri di poesia e vi tedia notte e dì con post sui cartoni animati, su Pippo Franco, sull'Ogino-Knauss e sugli Zombi solo per soddisfare il suo inesauribile narcisismo, ne ha combinata un'altra.
Da un po' di settimane collaboro infatti con RadioOhm, una web-radio con sede nel torinese, tanto per ampliare il raggio dei miei interessi non retribuiti (che, come sapete, già non sono pochi). Nella fattispecie ho cominciato come ospite nella trasmissione musicale "La via dell'Asheto" (in onda ogni due mercoledì del mese alle 20.00 - la prossima puntata sarà mercoledì 27!), in qualità di esperto di musica e cultura Trash (per la gioia di tutti i miei professori universitari, che hanno capito quanto abbia preso seriamente i miei studi). Non contenti, quei buontemponi di RadioOhm mi hanno chiamato a co-condurre "L'ultima fila", trasmissione di approfondimento cinematografico (perchè è vero, non è che sia un grande esperto di cinema, ma so vendermi piuttosto bene. Il mio prossimo obiettivo? Andare a condurre "La prova del cuoco"): ascoltateci ogni domenica alle 21.00!

Tutto all'insegna della "passione" - ossia della non-retribuzione -, ma ci sono anche alcuni benefit... Per esempio l'accredito da giornalista al Torino Film Festival!


Mi sto sparando un sacco di film insieme ai miei colleghi: se vi va potete leggere le nostre impressioni (aggiornate ora per ora, mica cazzi!), potrebbero aiutarvi a scegliere cosa andare a vedere al Festival o prossimamente nei cinema...

Questa è la pagina di facebook, questo il blog e, per i giovincelli, il papa e i personaggi politici, Twitter.

E ora che anche questa auto-marchettona è andata, vi lascio al vostro fine-settimana! Bacini e tanta cultura a voi!

giovedì 21 novembre 2013

Carmen - "E credi tu che queste sere..."

[Voce e realizzazione video: Ivo De Palma]


E credi tu che queste sere
sibilline, ci rendano ferrati
nei giochi della vita
– ch’è sfeltrito laccio ego-statico
sangue costretto in un giro di carne – ?
Tu non sai come sfilacciare
i gridi dei grilli strazianti,
non sai stare in piedi e più chiedi
più stridi di luce molesta

ti resta il mio braccio da zombie
te lo regalo
fanne anche cattivo uso
tanto è già morto


(Dalla parte di Huàscar, CFR edizioni, 2012)

venerdì 15 novembre 2013

Pegasus, le mie poesie e la Generazione Silvio.



Avevo tre o quattro anni, e ai tempi i cartoni animati li facevano un po’ dappertutto sulle reti Mediaset (e a qualsiasi orario). Il Cavaliere non era ancora sceso in campo, ma mio padre provava già una certa ostilità per questi palinsesti così scemi, privi di contenuti, ricchi di pubblicità e “oscurantisti”. Sicché il suo “Bravo, rimbambisciti con Berlusconi” rimbombava con una certa frequenza nella mia testolina di infante. Ma, sia lodato il lavoro (degli altri), i suoi rimbrotti latitavano nei lunghi pomeriggi di inizio anni ’90, non interferendo nel mio precoce rincoglionimento cerebrale. Sono cresciuto quindi con un’idea decisamente distorta della realtà.
Ricordo per esempio di aver girato con mia madre una decina di negozi di musica, chiedendo il disco dei Bee Hive.

 
Sì, perché fu Mirko di Kiss me Licia, nonostante il taglio a la Malgioglio, a convincermi a diventare un musicista. Poi vabbè, il fatto che loro siano andati in turnè negli USA e io a Trofarello, non è rilevante.
Sempre in quegli anni mia madre, presa bene dal metodo Montessori e dalla convinzione che sarei diventato come minimo un genio del male, decise di farmi imparare precocemente a leggere. Creò un mostro che perde tempo a leggere/scrivere assurdità, questo lo sapete. A ogni modo, mi aveva comprato dei libroni pieni di immagini su Re Artù, sui pirati e soprattutto sulla mitologia greca (e poi ci si stupisce se mi piacciono il medioevo, il latino, la cedrata e le Tartarughe ninja); quest’ultima in particolare mi entusiasmò particolarmente. Era divertente, coinvolgete e soprattutto politicamente scorretta, roba che già da piccolo mi intrigava. E poi un pomeriggio, su Odeon tv, vidi loro.


Ricordo che una volta, alle elementari, mi causarono numerosi guai, i Cavalieri dello zodiaco. C’è da dire che io all'epoca ero una specie di ragionier Filini dell’intrattenimento pre-puberale: organizzavo gare, giochi e scherzi in gran quantità (e di gran qualità!), la prendevo quasi come una missione nei confronti dei miei amichetti lobotomizzati, che non sapevano divertirsi affatto. Fra le tante iniziative organizzai un torneo per vincere l’Armatura d’oro; ognuno era un cavaliere e blablabla si finiva a darsele di santa (Saint) ragione, perché “solo uno alla fine potrà trionfar”. Il tutto fino a quando Bruno/Fenix non fece uscire il sangue dal naso a Donatello/Crystal, con conseguenti note e punizioni varie.

Gli esempi di quanto i cartoni animati abbiano fatto precipitare la mia vita verso la stigmatizzazione sociale (ma anche verso l’elevazione spirituale) si sprecano. E non sarei nemmeno il primo a parlarne; noi della Generazione Silvio ben conosciamo il fenomeno. Mi sono limitato a questi due casi per un motivo preciso. Mirko di Kiss me Licia e Pegasus dei Cavalieri dello Zodiaco hanno una cosa in comune, oltre l’essere modelli di vita ben superiori ai vari Padre Pio, Lapo Elkann o Linsday Lohan; entrambi sono stati doppiati, in Italia, dal mitico (e quasi mi omonimo) Ivo De Palma, ancora attivissimo nel settore e amato dai fan per la sua disponibilità e per le numerose partecipazioni alle fiere del fumetto di tutta la penisola.

E per qualche bel gioco del fato, una ventina d’anni dopo i nostri destini si sono nuovamente incrociati. Ho inviato il mio libro di poesie a Ivo, che ha mostrato di apprezzarlo realizzando, di sua sponte, questa video-lettura:


Non so che dire, la cosa mi riempie di orgoglio; cazzo, ascoltare Pegasus che nel tragitto fra una Casa e l’altra tira fuori dalla tasca di bronzo il tuo libretto e ne legge qualche verso, non è una cosa da tutti i giorni.