Avevo tre o quattro anni,
e ai tempi i cartoni animati li facevano un po’ dappertutto sulle reti Mediaset
(e a qualsiasi orario). Il Cavaliere non era ancora sceso in campo, ma mio
padre provava già una certa ostilità per questi palinsesti così scemi, privi di
contenuti, ricchi di pubblicità e “oscurantisti”. Sicché il suo “Bravo,
rimbambisciti con Berlusconi” rimbombava con una certa frequenza nella mia testolina
di infante. Ma, sia lodato il lavoro (degli altri), i suoi rimbrotti latitavano
nei lunghi pomeriggi di inizio anni ’90, non interferendo nel mio precoce
rincoglionimento cerebrale. Sono cresciuto quindi con un’idea decisamente
distorta della realtà.
Ricordo per esempio di aver girato
con mia madre una decina di negozi di musica, chiedendo il disco dei Bee Hive.
Sì, perché fu Mirko di Kiss me Licia, nonostante
il taglio a la Malgioglio, a convincermi a diventare un musicista. Poi vabbè,
il fatto che loro siano andati in turnè negli USA e io a Trofarello, non è
rilevante.
Sempre in quegli anni mia
madre, presa bene dal metodo Montessori e dalla convinzione che sarei diventato
come minimo un genio del male, decise di farmi imparare precocemente a leggere.
Creò un mostro che perde tempo a leggere/scrivere assurdità, questo lo sapete.
A ogni modo, mi aveva comprato dei libroni pieni di immagini su Re Artù, sui pirati
e soprattutto sulla mitologia greca (e poi ci si stupisce se mi piacciono il
medioevo, il latino, la cedrata e le Tartarughe ninja); quest’ultima in
particolare mi entusiasmò particolarmente. Era divertente, coinvolgete e
soprattutto politicamente scorretta, roba che già da piccolo mi intrigava. E
poi un pomeriggio, su Odeon tv, vidi loro.
Ricordo che una volta,
alle elementari, mi causarono numerosi guai, i Cavalieri dello zodiaco. C’è da
dire che io all'epoca ero una specie di ragionier Filini dell’intrattenimento
pre-puberale: organizzavo gare, giochi e scherzi in gran quantità (e di gran
qualità!), la prendevo quasi come una missione nei confronti dei miei amichetti
lobotomizzati, che non sapevano divertirsi affatto. Fra le tante iniziative
organizzai un torneo per vincere l’Armatura d’oro; ognuno era un cavaliere e
blablabla si finiva a darsele di santa (Saint) ragione, perché “solo uno alla
fine potrà trionfar”. Il tutto fino a quando Bruno/Fenix non fece uscire il
sangue dal naso a Donatello/Crystal, con conseguenti note e punizioni varie.
Gli esempi di quanto i
cartoni animati abbiano fatto precipitare la mia vita verso la stigmatizzazione
sociale (ma anche verso l’elevazione spirituale) si sprecano. E non sarei
nemmeno il primo a parlarne; noi della Generazione Silvio ben conosciamo il
fenomeno. Mi sono limitato a questi due casi per un motivo preciso. Mirko di
Kiss me Licia e Pegasus dei Cavalieri dello Zodiaco hanno una cosa in comune,
oltre l’essere modelli di vita ben superiori ai vari Padre Pio, Lapo Elkann o Linsday
Lohan; entrambi sono stati doppiati, in Italia, dal mitico (e quasi mi omonimo)
Ivo De Palma, ancora attivissimo nel settore e amato dai fan per la sua
disponibilità e per le numerose partecipazioni alle fiere del fumetto di tutta
la penisola.
E per qualche bel gioco del
fato, una ventina d’anni dopo i nostri destini si sono nuovamente incrociati.
Ho inviato il mio libro di poesie a Ivo, che ha mostrato di apprezzarlo realizzando,
di sua sponte, questa video-lettura:
Non so che dire, la cosa
mi riempie di orgoglio; cazzo, ascoltare Pegasus che nel tragitto fra una Casa e l’altra tira fuori dalla tasca di bronzo il tuo libretto e ne legge qualche verso, non è una cosa da tutti i giorni.
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